Perché il ritratto di Luca Vernizzi ci ricorda l’importanza dello sguardo autentico
Sono Matteo Calvi, architetto iscritto all’Albo di Milano, titolare dello Studio Architetto Matteo Calvi e docente di Exhibit Design . Progetto stand fieristici per aziende e allestitori che vogliono distinguersi in fiera.
Luca Vernizzi e la forza del segno autentico
Quando parliamo di arti visive, le opere di Luca Vernizzi sono un richiamo diretto all’essenza del vedere. Ho visitato la mostra “KULTUR NO-SELFIE” alla Mondadori Megastore in Piazza Duomo a Milano, un evento che pone al centro l’importanza del gesto, del segno e dell’interpretazione umana.
Durante l’inaugurazione, Vernizzi ha detto una frase che sintetizza il cuore del suo lavoro:
“Io non guardo per disegnare ma disegno per vedere.”
Questa prospettiva rovescia una convinzione diffusa: il disegno non è mera rappresentazione, ma uno strumento per comprendere la presenza, l’emozione, il mistero di ciò che abbiamo davanti.
Perché il ritratto di Luca Vernizzi parla al mondo del progetto
In un’epoca in cui il selfie è diventato il “ritratto per eccellenza”, Vernizzi ci ricorda che il valore non sta nella fotocamera, ma nell’occhio che interpreta.
Nel suo lavoro:
- il segno diventa domanda,
- l’immagine diventa racconto interiore,
- la presenza diventa esperienza.
Questa logica vale anche in campi apparentemente lontani, come l’exhibit design fieristico. Perché?
Perché ogni progetto – un ritratto, uno stand, un concept – nasce prima dal modo in cui guardiamo, non dagli strumenti che utilizziamo.
Schizzi e creatività: il valore che non puoi sostituire
Nell’esposizione dedicata a Luca Vernizzi, ciò che colpisce è la forza del gesto libero. Quello che accade anche nella progettazione stand fieristici: uno schizzo a mano libera spesso racchiude più intuizione di cento render perfetti.
Uno schizzo:
- evidenzia un’idea prima che venga “filtrata”;
- permette di cogliere l’essenza della soluzione;
- porta dentro il progetto la componente emotiva che lo rende unico.
Chi lavora nelle arti visuali e nelle arti progettuali lo sa bene: la creatività è un atto umano, non un processo automatico. E le opere di Vernizzi rendono questo concetto evidente.
Cosa possiamo imparare da Luca Vernizzi
Guardando i suoi ritratti, sorge una domanda inevitabile: quanto spazio lasciamo allo sguardo autentico nei nostri processi creativi?
Il rischio, oggi, è quello di ridurre tutto alla riproduzione immediata. Ma Vernizzi ci invita a rallentare e a tornare all’essenza del progetto: vedere davvero.
E questo vale anche nello sviluppo di un concept fieristico:
- stiamo osservando davvero il brand?
- stiamo interpretando il cliente?
- stiamo dando un valore aggiunto umano, oppure stiamo solo “rappresentando”?
Sono domande che fanno la differenza tra uno stand qualsiasi e uno che davvero comunica.
Conclusione
Io sono Matteo Calvi, architetto e autore del libro L’Exhibit Design Fieristico come professione. Con il mio studio aiuto aziende e allestitori a progettare stand efficaci, curando regole, spazi e comunicazione.
Se vuoi un progetto che faccia emergere davvero il tuo brand, visita 👉 www.standallestimenti.it.
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