Mi chiamo Matteo Calvi e da oltre 15 anni progetto stand fieristici con il mio studio. Sono architetto e docente universitario di Exhibit Design, e accompagno aziende e allestitori nel valorizzare la loro presenza in fiera. Oggi ti parlo della teoria del raggio di azione.

In questo articolo, parliamo della teoria del raggio di azione, una piccola divagazione dal normale argomento stand, per poi tornarci abbastanza velocemente nelle conclusioni.

I confini di nostra cura

Oggi parleremo dei confini di vostro interesse, di vostra cura. Mi spiego meglio, la domanda che mi sono fatto è:

Quali sono i confini entro i quali mi considero a casa mia e quindi considero l’area di mia pertinenza e di conseguenza, di mia cura?

Viaggiando in Europa e nei paesi Extra-Europa mi sono reso conto che ci sono diverse percezioni dei confini di proprio interesse, di propria cura e quindi i confini che vengono considerati come casa propria e di conseguenza che vengono curati con maggior attenzione rispetto ai luoghi esterni al confine, area che non è più di nostra pertinenza, che non è più di nostro interesse e di nostra cura.

Grado di civiltà

In generale, maggiore è il raggio di azione considerato di nostra cura, di nostro interesse, maggiore è il grado di civiltà in cui viviamo.

Molto banalmente, nei paesi che consideriamo maggiormente civili, non troviamo una carta per terra perché il marciapiede davanti a casa propria viene considerato esattamente come casa propria. In altri paesi i rifiuti vengono gettati davanti a casa perché quello non è più il proprio raggio di azione.

In azienda

Estendendo questo ragionamento nelle aziende, la dinamica è la stessa. Quando io ho il mio compito, penso soltanto a svolgere quello senza pensare alla logica dell’intera azienda? … o comunque eseguo il mio compito tenendo conto che vivo in un ecosistema?

Negli stand

E infine, giusto per tornare al tema di maggiore interesse per quanto riguarda i miei aggiornamenti, nell’esecuzione del tuo stand cosa fai? … pensi al tuo stand unicamente come … devo fare lo stand, vado, espongo, me ne vengo a casa e quello che ho ottenuto ho ottenuto? … o penso allo stand all’interno di un ecosistema basato su un sistema pubblicitario?

Penso allo stand come ad una tappa, intermedia o finale, del processo conoscitivo di un tuo possibile cliente?

Conclusione

La domanda che possiamo farci è:

Il mio raggio di azione qual’è?

… ma soprattutto posso allargare il mio raggio di azione?

… devo allargare il mio raggio di azione?

Per tornare alla pratica dei nostri stand nell’area Progetti continui spunti.

Sono Matteo Calvi, architetto e specialista di exhibit design fieristico. Con il mio studio aiuto chi partecipa alle fiere a progettare spazi che comunicano davvero l’identità del brand. Se vuoi portare la tua azienda a un livello più alto in fiera, scrivimi su 👉 www.standallestimenti.it.
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